Si sfila dall'abitacolo della Xsara e saluta gli appassionati che scandiscono il suo nome. Sébastien Loeb ha vinto anche ultima sfida, quella sulla pistina d'asfalto disegnata all'interno dello Stadio Algarve: ha inflitto 3" e 7, un'enormità in un paio di chilometri a Marcus Gronholm, un po' meno a Dani Sordo e a Garet Machale. Il successo parziale dell'alsaziano, l'undicesimo del fine settimana portoghese, non cambia i connotati di una classifica che da un giorno era ormai scolpita nella roccia. Ma Loeb l'ha cercato e trovato per ricordare a tutti chi comanda.
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LOEB FACILE - "Oggi è stato tutto facile", spiega il tre volte campione del mondo prima di salire per la trentunesima volta in carriera sul gradino più alto del podio. Verissimo: partito all'alba con 40" e 5 di vantaggio sul finlandese della Ford, non ha avuto bisogno di impegnarsi per conservare il primo posto. I pochi secondi che nell'insieme della tappa finale ha lasciato al rivale lo lasciano indifferente. "Contava vincere - dice - per avvicinarmi a Marcus nella classifica del mondiale. E anche se davanti c'è sempre lUi, essergli ormai a due punti mi conforta parecchio".
GRONHOLM PESSIMISTA - Il finlandese è meno loquace. Non ha molto da farsi perdonare, ha fatto ancora una volta la sua parte alla grande. Ma ha perso e la cosa gli brucia. Parecchio. Aver conservato la leadership nella graduatoria iridata lo consola fino a un certo punto: "È vero - spiega - che sono ancora davanti, ma il conteggio delle vittorie (3 per l'extraterrestre della Citroen, 1 per il fordista e l'altra per Hirvonen; n.d.r.) dice piuttosto chiaramente che per me sarà durissima".
GLI ALTRI - Tagliati irrimediabilmente fuori dalla lotta per i primi due posti, gli altri co-protagonisti del rally del Portogallo hanno badato soprattutto a conservare le rispettive posizioni. Mikko Hirvonen ce l'ha fatta e ce l'hanno fatta pure Petter Solberg, Dani Sordo e Jari-Matti Latvala. Non ce l'ha fatta invece Henning Solberg, rallentato dalla rottura della frizione nel penultimo tratto cronometrato e costretto a retrocedere dal settimo al nono posto. A vantaggio di Daniel Carlsson e di Gigi Galli che in extremis ha così rastrellato un punto.
[Fonte Gazzetta]