"Anche questa è fatta...". Sébastien Loeb si lascia dietro le spalle anche la diciannovesima prova speciale del Deutschland Rally e tira il fiato. E' soddisfatto, l'alsaziano della Citroen: ha vinto - ed è la quinta volta che gli succede in questa stagione - ed ha conservato l'imbattibilità sull'asfalto tedesco dove, nel 2002, aveva colto il suo primo successo in una prova mondiale. Con il primo posto s'è avvicinato a Marcus Gronholm nella classifica iridata e la cosa gli consente di continuare a sperare di conservare il titolo.
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STORIA DI UN SUCCESSO - Nel clan della Citroen è festa grande. Merito anche di François Duval che ha tenuto costantemente sotto pressione Gronholm e alla fine l'ha costretto all'errore. "François - dice Loeb - è stato davvero bravo, ma quello che ha fatto non mi sorpende: di essere veloce lo aveva già dimostrato due anni fa quando correva con noi e su queste strade, poi, è sempre stato particolaremnte incisivo". Il vallone gli ha datto una bella mano. Ha pigiato sul chiodo come un forsennato, ha infilato una serie di successi parziali ed alla fine è riuscito a colmare lo svantaggio accumulato soprattutto nella seconda tappa quando aveva pagato parecchio il fatto di essersi dovuto fermare un anno fa alle prime battute e, quindi, di non aver avuto l'opportunità di aggredire le speciali decisamente particolari disegnate all'interno di una base militare. "Sono soddisfatto - ripete a bocce ferme - perché dopo quasi due anni, sono tornato a usare una Xsara e ho dimostrato di essere ancora abbastanza veloce e di saper essere affidabile". Marc Van Dalen, patron della struttura che ha reso possibile l'operazione, lo incoraggia: "Pochi - gli dice - sarebbero riusciti a fare quello che ha fatto e adesso mi auguro di mettere insieme il budget necessario per farti correre anche in Catalunya e in Corsica".
DELUSIONE GRONHOLM - Per Gronholm il finale è amarissimo. La seconda moneta gli è scivolata di mano a una manciata di chilometri dalla fine e dopo essere stato costretto ad armeggiare sulla Focus per arrivare, al traguardo s'è trovato con pochi spiccioli fra le mani. Malcolm Wilson è nero come il carbone: è stato pilota, il boss della squadra che rappresenta il Grande Ovale Blu nel mondiale, sa che sbagliare è molto facile. Ma non riesce a non ripensare alle parole di Christian Loriaux che da un giorno almeno lo invitava a dare una calmata ai due finlandesi.
[Fonte Gazzetta]