Schumi: Non smetto nel 2006

Non si fermerà nel 2006 ed è felice per la conferma del suo compagno di squadra. Sono questi i pensieri principali di Michael Schumacher, espressi nel tradizionale incontro con la stampa organizzato dalla Ferrari a Madonna di Campiglio. "Non ho mai escluso la possibilità di correre anche dopo il 2006 - ha detto l'iridato -.

 

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Quando abbiamo rinnovato il contratto, il presidente Montezemolo mi ha detto che potevo stare finché volevo, finché mi sentivo motivato e veloce. Non c'è motivo per chiudere la porta sul futuro". Un futuro che, nell'immediato, prevede la continuità di una formazione che ha vinto quattro Mondiali su quattro. "Onestamente credo non ci fosse una soluzione migliore della conferma di Rubens. E' stata una decisione logica e naturale: può solo essere un passo utile perchè la squadra funzioni al meglio".

La stagione 2004 è alle porte, la nuova rossa dev'essere ancora presentata (il 26 gennaio prossimo; n.d.r.) e il tedesco prevede "un campionato interessante, analogo a quello del 2003. La lotta sarà molto serrata". Lui spiega di partire "con le motivazioni di sempre: l'obiettivo per me non è tanto quello di vincere a tutti i costi, quanto di sentirmi competitivo. Durante l'inverno ho fatto anche gare di kart con lo stesso spirito. Se non sentissi più gli stimoli della competitività, smetterei". In tema di regolamenti, Michael ha invocato un po' di stabilità. "La mia lunga esperienza nello sport - ha detto - mi ha insegnato che mantenere le regole e non cambiarle ogni anno è la cosa migliore da fare. Lo sport, e questo vale per qualunque sport, si è sempre autoregolamentato con lo sforzo nel miglioramento delle proprie regole. Cambiandole ogni anno questo non avviene. Quello che conta è la stabilità".

Chiusura con il doping, tema di grande attualità, che nei motori è tecnologico. "Ad esempio, quando qualcuno ha provato a vietare la trazione automatica - ha spiegato Schumi - ci sono stati grandi differenze e mancanze di controlli in certi casi. Così qualcuno è riuscito a utilizzare al meglio il regolamento e qualcuno meno bene. Quello era il doping della F.1. Purtroppo la tecnologia corre spesso più veloce della capacità di implementare i controlli sulla stessa. Da parte mia trovo che sia deludente, anche perchè ad esempio si mette a rischi la vita degli individui per raggiungere i risultati migliori".