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Il setup nel simracing
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    News dal mondo motori...

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    Il contratto con Fernando Alonso è stato firmato da quasi un anno e la McLaren si sta muovendo di conseguenza. La sensazione infatti è che il divorzio anticipato di Juan Pablo Montoya costituisca soltanto il primo passo verso un sostanziale cambio di filosofia. Stop alla strategia delle due punte che fa parte del dna della scuderia sin da quando Ron Dennis ne prese le redini a inizio degli anni Ottanta e che ha visto sotto lo stesso tetto coppie da urlo come Lauda-Prost e soprattutto Prost-Senna.

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    Via libera al fenomeno capace da solo di indirizzare lo sviluppo tecnico: Alonso. Un pilota sul quale puntare a occhi chiusi, un vincente che pur essendo molto giovane - brinderà al 25° compleanno sabato a Hockenheim - ha l’esperienza sufficiente per poter fare anche da chioccia alla speranza dell’automobilismo britannico Lewis Hamilton.

    DUBBI - Eppure proprio alla vigilia del dodicesimo appuntamento iridato, quello di casa per la Mercedes dove negli anni passati il team spesso comunicava la formazione per l’anno successivo, si infittiscono le voci di un Alonso che non abbia più tanta voglia di lasciare la Casa francese. "Tutte balle" aveva detto due domeniche fa, a Magny-Cours, lo stesso Briatore, commentando le prime voci diffuse via etere dai microfoni della televisione francese. Ma è chiaro che al manager piemontese, che gestisce il pilota (e continuerà comunque a farlo anche alla McLaren) non dispiacerebbe se tutto finisse a carte e quarantotto. I motivi che spingerebbero Alonso a una clamorosa retromarcia sono evidenti: la McLaren quest’anno fatica a decollare e Kimi Raikkonen, in attesa di passare a Maranello o magari alla Renault, ha ormai riposto nel cassetto ogni ambizione. Anche quella modesta di poter salire sul gradino più alto del podio almeno una volta prima che cali il sipario della stagione a Interlagos.

    LA FUGA - Insomma la scuderia anglo-tedesca non è riuscita a riscattarsi come invece aveva fatto l’anno scorso, quando, dopo un avvio di campionato stentato, riuscì a vincere dieci gare su 19, impressionando in maniera positiva lo spagnolo al punto di fargli accettare con largo anticipo un contratto che poi è stato reso noto a metà dicembre. Ci sono almeno due ragioni dietro questo 2006 poco convincente da parte McLaren: innanzitutto la Mercedes è arrivata al cambio regolamentare - il passaggio dal V10 al V8 - impreparata e i piloti non hanno mai smesso di lamentare (sottovoce) di avere a disposizione un motore non abbastanza potente; in secondo luogo se ne sono andati alcuni tecnici chiave a partire da Adrian Newey, l’ex direttore tecnico che ha firmato le Williams e le McLaren campioni del mondo nel decennio scorso, e Nicolas Tombazis, il mago dell’aerodinamica tornato a Maranello.

    LA CHIAVE - Una perdita maturata dopo che Alonso aveva firmato il contratto è che potrebbe rappresentare il cavillo legale al quale appigliarsi per cercare di svincolarsi. Una ipotesi che a Woking e a Stoccarda però non vogliono neppure prendere in considerazione. "I contratti si rispettano" è la tesi ripetuta ancora in Francia da Norbert Haug e Martin Whitmarsh. D’altro canto Alonso è rimasto sorpreso dalla capacità di crescita della R26. Prima di provarla, nel dicembre scorso, Fernando si era mostrato freddo di fronte alla scelta della Renault di non far girare in pista su una F.1 ibrida il nuovo V8. Invece i risultati hanno dimostrato che si sbagliava. Così come era stato eccessivamente prudente dopo le prime corse, quando paventava che la sua scuderia non potesse tenere il passo delle rivali nello sviluppo stagionale.

    BUTTON - "Cambio perché ho bisogno di stimoli nuovi", ha sempre sostenuto a chi chiedeva ragione ad Alonso della sua scelta anticipata. Ma forse, adesso, che la riconferma iridata diventa una ipotesi sempre più concreta - malgrado la controffensiva di Michael Schumacher - questa certezza sta vacillando. E Alonso potrebbe quindi diventare protagonista di un altro caso Button. Ovvero potrebbe pentirsi, come ha fatto Jenson l’anno scorso con la Williams, di aver firmato per un’altra squadra troppo in anticipo.

    Motori Toyota per la Williams
    L'occasione giusta per tornare grande. Dal 2007, e per tre stagioni almeno, la Williams utilizzerà motori Toyota. L'annuncio è arrivato stamattina da Hockenheim, dove da domani andrà in scena il GP di Germania di F.1. "Questo accordo è la pietra angolare per lanciare una nostra nuova sfida al titolo iridato - ha detto Frank Williams -. La Toyota rappresenta un gigante dell'industria con una straordinaria reputazione per raggiungere gli obiettivi prefissati. Siamo molto orgogliosi di esserci assicurati il loro supporto nello sforzo per tornare ai vertici".

    La Williams, che in questo 2006 monta propulsori Cosworth, ha fatto sapere che userà motori Toyota con gli stessi sviluppi di quelli del team tutto giapponese. L'annuncio, atteso da tempo, chiude l'avventura della Toyota insieme al team Midland. John Howett, presidente di Toyota Motorsport, spiega: "Non vediamo l'ora che entrambe le squadre si confrontino in modo da migliorare insieme e arrivare ai primi posti della griglia". Non è dato sapere se l'accordo avrà conseguenze anche sulla formazione piloti della stessa Williams. Per ora dovrebbe essere confermato solo Nico Rosberg.

    Il team, che ha sede a Grove ed è di proprietà di sir Frank per il 70% e del suo socio e direttore tecnico Patrick Head per il restante 30%, ha vinto nella sua storia 113 GP (il primo nel 1979), nove Mondiali costruttori e sette piloti. L'ultimo nel 1997 con Jacques Villeneuve al volante. La Toyota invece ha fatto il suo esordio in F.1 nel 2002 ma deve ancora conquistare una gara.

    Papis in Nascar
    Ha battuto Juan Pablo Montoya. Il colombiano, dopo aver lasciato la F.1 e la McLaren, correrà in Nascar nel 2007. Il nostro Max Papis invece farà il suo esordio nel campionato automobilistico più importante degli States (secondo, come seguito, solo alla Nfl) già in agosto. Domenica 13, per la precisione, sulla pista di Watkins Glen. Dopo aver assaggiato il giorno prima la Busch Series, che è un po' la serie B della Nascar ma nella quale corrono comunque quasi tutti i big.

    Nella Nextel Cup, la Nascar vera e propria, Max sarà al volante della Chevrolet numero 78 del team Forniture Row. Mentre in Busch piloterà sempre una Chevvy, ma in questo caso la 36 del team McGill Motorsport. "E’ un’opportunità fantastica - ha detto Max -. Ho lavorato duro e a lungo perchè potesse succedere. E' un anno speciale: il 21 luglio sono diventato papà, ho corso la 24 Ore di Daytona, la 500 Miglia di Indianapolis, la 24 Ore di Le Mans e adesso arriva l'esordio in Nascar. E se non bastasse ho anche visto l'Italia vincere il Mondiale di calcio...".

    "Il debutto in questa categoria - prosegue Max - è un'altra grande sfida. Sono ogoglioso di essere il primo italiano a correrci nell'era moderna, e farò il massimo per sfruttare l'occasione e lasciare il segno. Non vedo l'ora di godermi un grande week-end al Glen". Curiosità: prima di lui in Nascar, una Nascar ovviamente diversa, avva corso una gara Lella Lombardi. Successe il 4 luglio 1977, alla FireCracker 400 sull'ovale di Daytona: partì ventinovesima e si ritirò dopo 103 giri per un guasto tecnico.

    [Fonte Gazzetta]

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