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    MotoGP: Lorenzo trionfa in Qatar

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    La prima stagione della MotoGP dell’era “D.S.”, Dopo Simoncelli, inizia nel segno dei tre diapason della Yamaha, che con un superlativo Lorenzo riesce nell'impresa di espugnare l'emirato di Stoner, il GP del Qatar, dove l’australiano ha eletto la sua residenza, viste le cinque vittorie totali, 1 in 250, e 4 in MotoGP. L'australiano, con problemi fisici, finisce addirittura terzo, alle spalle pure del compagno di squadra Pedrosa. Quinto Dovizioso, preceduto dal collega di scuderia Crutchlow, sesto Hayden, 10° Rossi. Nella notte di Losail si è avuta la conferma che quest'anno Lorenzo ha il pacchetto per vincere: Casey si è involato dopo tre giri, ha condotto per tre quarti di gara ma è stato surclassato dal maiorchino sulla strategia: la gestione delle gomme. Quando le coperture sono crollate, Lorenzo, e Pedrosa erano lì; Stoner non più, anche per un dolore alla mano destra confessato nel dopo gara. Mattonella pesantissima questa per Lorenzo, in ottica titolo, soprattutto per instillare in Stoner quella pressione che l'australiano non sempre ha dimostrato di saper reggere.

    Ci sono dei raggi tricolore che spuntano dalla notte del Qatar, ma non hanno il profilo della Desmosedici di Valentino Rossi. Le due piazze d'onore conquistate da Andrea Iannone in Moto2 e dal sorprendente Romano Fenati in Moto3, se rendono positivo il bilancio dell'Italia delle due ruote, alimentando anche speranze da vertice per la classifica iridata, dall'altro non riescono a cancellare la delusione della coppia più tricolore che ci sia Ducati-Rossi. Il bene è che c'è un nuovo che avanza, prospettiva ancor più confortante considerando il vuoto lasciato da Simoncelli e l'astinenza da vittorie italiane nella 125/Moto3 che dura da 45 gare (l'ultimo a riuscirci fu Iannone nel GP di Catalunya 2009); il male è che il presente di Valentino non è mai stato così nero. Ed è una zavorra pesante per entrambi, pilota e team.

    All'interno della Ducati c’è aria di rassegnazione: nonostante il team manager Vittoriano Guareschi si sia affrettato a dire a fine gara che “la moto ha un potenziale superiore di quanto fatto vedere da Hayden”, 6° al traguado. La faccia, e soprattutto le dichiarazioni, di Valentino nel dopo-gara non lasciano molte speranze. Nè di un rapido ritorno alla competitività; né di un'ulteriore apertura di credito verso la casa di Borgo Panigale. "Siamo peggio dell'anno scorso, quando terminai 7° a 16", mente quest'anno il distacco è raddoppiato"; "non è la moto che volevo io, non sono un ingegnere e non posso risolvere i problemi, ma solo dare indicazioni"; "le speranze la abbiamo perse"; "dopo il duro attacco di Barbera e l'uscita di pista ho pensato di tornare ai box e fermarmi" (inaudito solo pensare che un professionista come Vale possa aver ipotizzato questo, ma è indicativo della frustrazione che sta vivendo!); "non riesco a guidare, non sento la moto, almeno con questo telaio non cado più, ma non faccio la differenza nemmeno rispetto ad Hayden. Lui ha fatto 6°, ma io non ci sto a lottare per un piazzamento simile, voglio almeno il podio".

    [Fonte Gazzetta]

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