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    LMES: Spa, Herbert e Davies campioni

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    imgIl campionato leader al mondo delle corse endurance corona la regina della categoria. L'Audi R8 vince la prima edizione del Le Mans Endurance Series, un campionato bellissimo che ha offerto nei quattro appuntamenti di Monza, Nurburgring, Silverstone e Spa un grande spettacolo. L'Audi ha vinto il campionato che doveva vincere, con due piloti che alla vigilia erano dati per svantaggiati rispetto ai propri compagni di squadra. Johnny Herbert e Jamie Davies sono campioni, sfruttando il mesto ritiro di Allan McNish e Pierre Kaffer, vincitori al Nurburgring e Silverstone che forse meritavano più di tutti il titolo. Vittoria per l'Audi, che offre così la 50° vittoria della storia della R8, una vettura che tra 30 anni la ricorderemo come tanti oggi ricordano la Porsche 917, Ferrari 330 P4 o 312PB, o le Jaguar D-Type. Complimenti al trittico Wolfgang Ullrich (direttore Audi Sport), Wolfgang Appel (progettista del telaio) e Ulrich Baretzky (motorista), il trio delle meraviglie che ha dato luce a questo splendore di ingegneria automobilistica da competizione.

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    Complimenti soprattuto a Sam Li, che finalmente vince, con il suo team Veloqx, qualcosa che non sia il British GT con le Ferrari 360. Ha portato al trionfo il suo pupillo Jamie Davies, con Veloqx dal 2002 prima in Gran Bretagna, poi nel Fia GT con le 360 e adesso anche nel LMES con le Audi, supportato e istruito da Mister Johnny Herbert.
    Herbert conquista a 17 anni di distanza un titolo (allora vinse la F3 Britannica), riuscendo così a sfatare un tabù che lo voleva sempre "perdente" con l'Audi R8, che tanto gli ha dato ma tanto, sino alle 19.00 odierne, gli ha tolto. Herbert ha vinto un campionato iniziato con il sorpasso a Monza, sull'erba del rettilineo del Vialone, a Pierre Kaffer, proseguendo con l'incredibile errore della sua squadra a Silverstone, quando l'ha chiamato ai box a 3 minuti dal termine.
    Finalmente il simpatico Johnny è campione, e tra 7 giorni sarà nuovamente al volante, con la Maserati MC12 a Oschersleben. Ma il prossimo anno, dove e con chi correrà?...Mistero.
    Sfuma il successo per Allan McNish e Pierre Kaffer, che stavano dominando sino a un contatto con una TVR e la conseguente esplosione (letterale) del motore al 23° passaggio. E' bello però pensare che quest'anno l'Audi R8 ha vinto con tutti i suoi piloti e team: a Sebring con Kaffer/McNish/Biela, a Le Mans con il team Goh e Kristensen/Capello/Ara al volante. Per quanto riguarda i campionati LMES con Herbert e Davies, mentre nell'ALMS il team Champion con Lehto e Werner. Tutti hanno vinto, ad esclusione di Emanuele Pirro, cui ha corso quest'anno solo per due gare, Sebring e Le Mans, ma aveva già vinto tre 24 ore. Dimostrazione di quanto la R8 sia completa, veloce, affidabile, non abbiamo più parole, finito gli aggettivi. Che sportscar, che leggenda.
    Come tutte le auto da sogno, rischiano prima o poi di svanire, anche se da 5 anni è al top. Il prossimo anno vedo molto bene la Zytek, già pronta per i regolamenti 2005, che ha conquistato 3 pole position su 4 gare e due podi, sempre con Nicolas Minassian e Jamie Campbell Walter. Oggi, senza il contatto iniziale in partenza con Kaffer, il Creation Autosportif sarebbe stato in grado di puntare al successo.
    Tutto rinviato al 2005. Quando l'Audi R8 ci sarà ancora. Quattro vittorie alla 24 ore di Le Mans, cinque 12 ore di Sebring e Petit Le Mans, cinque titoli dell'ALMS, vittoria alla 1000 km di Spa, Monza, Silverstone, Nurburgring, campione del LMES. Cos'altro può vincere??

    Classe LMP2

    Doveva andare così, non c'è niente da fare. La Courage C65 AER ufficiale della Courage Competition, con Sam Hancock, Alexander Frei e la new entry Jonathan Cochet (che ha sostituito Jean Marc Gounon passato con il team Pescarolo) ha vinto nella LMP2 a Spa Francorchamps, realizzando anche una STREPITOSA quarta piazza assoluta, davanti a prototipi LMP1 quali Zytek o MG Lola. La Courage è anche campionessa, con quattro punti di vantaggio sulla Pilbeam di Rostan e Bruneau. A dire il vero la Courage non ha mai avuto una concorrenza, in una classe che come costi e velocità può rappresentare il futuro della specie delle Sportscar. La C65, perso il motore Nissan, ha ripiegato con l'AER, vincendo immediatamente anche grazie a Gounon, che ha preferito abbandonare la squadra perdendo così il titolo, andato soltanto a Frei e Hancock.
    Oggi a Spa la LMP2 ha offerto una battaglia iniziale tra le due Courage, con il team di Paul Belmondo che alla fine ha realizzato il "solito" ritiro. La C65 ufficiale è formidabile, quella privata di Belmondo si ritira sempre: qualcosa evidentemente non va... Come la Lucchini LMP2, schierata proprio dalla factory italiana al debutto qui a Spa. Il potenziale è straordinario, a tratti Filippo Francioni è stato in grado di offrire tempi all'altezza delle Courage: sarà la sorpresa del 2005? Noi, lo speriamo, nell'attesa di rivederla, magari con una livrea più appropriata, a Laguna Seca nell'ultimo appuntamento dell'American Le Mans Series.

    Classe GTS

    Obiettivamente c'è poco da dire. Sinceramente, potremo ripetere le solite parole, che avevamo già usato per Silverstone. Titolo, con quattro vittorie su quattro gare, per la Ferrari 550 Maranello Prodrive del Larbre Competition, per Christophe Bouchut (vincitore a Le Mans con Peugeot, nel Fia GT ed N/GT, adesso anche LMES: straordinario), Steve Zacchia e Pedro Lamy, che abbina così un bel trionfo alla 24 ore del Nurburgring con la BMW M3 GTR. Anche a Spa Francorchamps si è conquistato il successo, con una settima piazza assoluta che sa di eccezionale, dimostrazione di quanto la Ferrari 550 Prodrive sia l'unica e vera Gran Turismo vincente in gara. I regolamenti 2005 la vogliono pre-pensionare con largo anticipo, altrimenti sia nel GT, sia nelle competizioni ACO-Le Mans, sarebbe in grado di trionfare per i prossimi 30 anni.
    La 550 ha vinto nel Fia GT, LMES, 24 ore di Le Mans, 24 ore di Spa, ALMS. In poche parole solo nel campionato francese (dove Larbre corre con due piloti gentlemen quali Dupard e Goueslard) e nel JGTC, sfavoriti dai regolamenti, la Prodrive Maranello non ha vinto. La squadra di Jack Leconte si porta a casa il titolo, non avendo i piloti più veloci e l'auto che sul giro singolo non è in grado di fare la differenza. Eppure si meritano il titolo. La Saleen S7R del team Vitaphone-Konrad, come sappiamo, più di 3 ore non è in grado di fare; "batte" (notare le virgolette) le Maserati MC12 nel Fia GT a Imola, ma nel LMES non è in grado di finire una corsa. Le due Ferrari 575 GTC del Barron Connor Racing si sono dimostrate lontane parenti delle vetture competitive del Fia GT, dove si è sfiorato il successo alla 24 ore di Spa Francorchamps. Strano e incredibile pensare che il potenziale c'è, e che un solo pilota è stato in grado di dimostrare: Thomas Biagi. Il campione del mondo Fia GT in carica è stato, sempre (tempi alla mano), il pilota più veloce in pista, sull'asciutto o sul bagnato. Oggi a Spa era secondo, prima di rientrare, lasciare il volante a John Bosch che si è fermato due giri più tardi per un problema allo spoiler anteriore (ma ancora??). Su Danny Sullivan non esprimiamo ulteriori commenti che abbiamo già avuto modo di indirizzargli. Spa è stata la sua ultima gara in carriera, non inferiamo ulteriormente per un pilota che ha pur sempre vinto una 500 miglia di Indianapolis e il titolo della Champ Car. A suo tempo, appunto.
    Nient'altro da aggiungere, se non nuovamente vittoriosa la Ferrari 550 Maranello della Prodrive, gestita dal team Larbre. Resta solo un sogno: vedere una sfida tra Larbre e BMS Scuderia Italia con le 550. Un confronto, sulla carta, straordinario. Come la 550, ancora oggi in grado di realizzare una doppietta, con uno "stanco" Tomas Enge secondo dopo il volo Monza-Spa, dove in uno stesso weekend ha corso nella F3000 e nel LMES. Che la 550 permetta anche queste imprese?



    Classe GT

    La Classe più incerta, quando anche dopo la bandiera a scacchi tutto non è finito. Al contrario del Fia GT, qui nel LMES i partenti nella prossima "GT2" ci sono eccome, di vario genere, dai professionisti (pensiamo a Cirtek, Freisinger e JMB) a piloti amatoriali, sfruttando costi più gestibili per un campionato di 4 eventi. La GT ha portato al trionfo a Monza la Porsche di Freisinger, così come oggi a Spa, sempre con Stephane Ortelli affiancato prima da Romain Dumas e successivamente da Emmanuel Collard. Il monegasco, per assurdo, con due successi su quattro gare, non è riuscito a vincere un titolo che significava entrare nella leggenda. Colpa della deludente performance al Nurburgring, Ortelli è dietro non solo alla Ferrari 360 GT del JMB Racing, ma addirittura alla GT3 RS di due anni fa del team Sebah di Xavier Pompidou.
    Sì, perchè grazie a due secondi posti e un terzo e un quinto, Sebah è campione per un solo punto davanti al JMB Racing. E' davvero incredibile: la vettura più "vecchia", con il team probabilmente meno competitivo sulla carta, si è portato a casa il titolo con 26 punti. Per quanto riguarda i piloti è invece il russo Roman Rusinov a titolarsi campione per un titolo che "non esiste", perchè vengono premiate maggiormente le squadre nel LMES. Rusinov ha potuto sfruttare qui a Spa l'aiuto dell'esperto e vecchio marpione di Spa, "Signor Siemens" Bert Longin, mentre "Signor Coming Soon" Jaime Melo si è dimostrato ancora una volta tra i piloti più veloci del GT. I problemi iniziali hanno costretto la squadra di Nizza al quinto posto, lasciando il successo a Ortelli, la seconda piazza all'altra GT3 RSR del team Cirtek (con Sascha Maassen e Adam Jones), ma soprattutto il terzo posto a Xavier Pompidou, affiancato da Marc Lieb. Il vincitore della 24 ore di Spa 2003 con Freisinger ha davvero realizzato un miracolo, segnando tempi, con una GT3 RS privata, al pari delle RSR "ufficiali" di Freisinger e Cirtek. Il titolo arriva a Sebah, con Pompidou che non ha partecipato a tutte le gare, ma il merito è tutto di Marc Lieb. Come vedete, qualche imperfezione nei punteggi e in questo regolamento c'è eccome...
    Ma alla fine, noi dobbiamo ritenere campione Rusinov o la Porsche GT3 RS di Sebah?...Forse il vero campione, è stato lo sfortunato Stephane Daoudi, che per problemi di budget non ha potuto correre qui a Spa Francorchamps, quando poteva vincere il titolo. Un rammarico che resterà nella mente per tutta la vita del pilota francese.



    Il bilancio

    Un campionato nato sotto il segno dello scetticismo generale. Con il patrocinio dell'Automobile Club dell'Ouest, di Le Mans, di Stephane Ratel, immanicato sempre con tutto per quanto concerne l'endurance. Cercare di replicare un'idea che in passato ha clamorosamente fallito, l'ELMS. Le lettere sono le stesse, ma da European Le Mans Series si è passati a Le Mans Endurance Series, LMES. Quattro appuntamenti, quattro 1000 km nei tracciati più importanti, Monza, Nurburgring, Silverstone e Spa Francorchamps. Si può dire, chiaramente, un successo. Certo, alcuni errori ci sono stati, anzi, vere e proprie imperfezioni di una categoria che è nata con tante papere (pensiamo a Silverstone, dove i punti venivano dati in Classe GTS a chi più era simpatico agli organizzatori, oppure una copertura media che fa passare l'evento in terzo piano quando potrebbe tranquillamente riempire le pagine di quotidiani) ma l'esame lo ha degnamente passato.
    Le gare sono state più spettacolari dell'80 % delle gare di Formula 1: i sorpassi di Herbert in...erba a Monza, i contatti tra le Audi Veloqx a Silverstone e qui a Spa Francorchamps. Un grande spettacolo per delle corse endurance per filo e per segno, che abbina le migliori Sport alle GT. Il prossimo anno, con l'unificazione regolamentare FIA/ACO, sicuramente ci sarà un rafforzamento dei partenti nella GTS/GT, rinominate in GT1/GT2. Proprio le classi riservate alle Gran Turismo sono passate in secondo piano, oscurate forse troppo dal Fia GT. Ratel deve pensar bene a questa situazione, perchè il LMES, assieme al DTM, è la categoria con più potenziale al mondo. Basta un niente e diventa una serie di poco sotto alla Formula 1: immaginate un'unione con l'American Le Mans Series, un calendario con Monza, Silverstone, Road Atlanta, Laguna Seca, Elkhart Lake, Spa, Sebring...Stiamo solo sognando?

    Classifica LMES 1000 km Spa Francorchamps

    01- Davies/Herbert - Audi R8 - 144 giri
    02- Capello/Ara - Audi R8 - a 1 giro
    03- Minassian/Campbell Walter - DBA Zytek - a 5 giri
    04- Frei/Hancock/Cochet - Courage C65 AER - a 7 giri
    05- Stack/Hignett/Collini - Zytek 04s - a 8 giri
    06- Erdos/Newton/Ramos - MG Lola EX257 AER - a 8 giri
    07- Bouchut/Lamy/Zacchia - Ferrari 550 Maranello - a 12 giri
    08- Belmondo/Gosselin/Eyckmans - Courage C65 AER - a 15 giri
    09- Ortelli/Collard - Porsche 996 GT3 RSR - a 15 giri
    10- Enge/Pergl/Goueslard - Ferrari 550 Maranello - a 15 giri
    11- De Fournoux/Bouvet/Boulay - WR V6 - a 15 giri
    12- Deletraz/Hezemans - Ferrari 575 GTC - a 16 giri
    13- Jones/Maassen - Porsche 996 GT3 RSR - a 17 giri
    14- Dumez/Blanchemain/Dupard - Panoz GTR - a 17 giri
    15- Pompidou/Lieb - Porsche 996 GT3 RS - a 18 giri
    16- Thyrring/Nielsen/Long - Porsche 996 GT3 RSR - a 18 giri
    17- Ingram/Gaw/Pearson - Lola AER - a 18 giri
    18- Peroni/Savoldi/Francioni - Lucchini LMP2 Judd - a 19 giri
    19- Rusinov/Melo/Longin - Ferrari 360 GT - a 19 giri
    20- Biagi/Bosch/Sullivan - Ferrari 575 GTC - a 20 giri
    21- Bennet/Whight/Leslie - Saleen S7R - a 21 giri
    22- Ickx/Rabineau/Tinseau - Porsche 996 GT3 RS - a 21 giri
    23- Halliday/Masarati - Porsche 996 GT3 RS - a 21 giri
    24- Burgess/Collin/Mundy - Porsche 996 GT3 RS - a 22 giri
    25- Barazi/Vergers/Dudfield - Porsche 996 GT3 RS - a 23 giri
    26- Rostan/Bruneau - Pilbeam JPX - a 23 giri
    27- Labhardt/Michaelian/Casadei - Porsche 996 GT3 RS - a 24 giri
    28- Fabris/Wilson/Kirkaldy - Ferrari 360 GT - a 33 giri
    29- Hartshorne/Hyde/Sharpe - TVR Tuscan T400R - a 39 giri

    [Fonte: RacingWorld.it]

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