Il vento che investe la pista del GP di Aragona spazza via i residui dubbi: Stoner sta bene, è a posto con la testa e il fisico, e corre da solo, contro se stesso, nella caccia al suo secondo titolo mondiale in MotoGP. L’australiano non fa prigionieri, nemmeno ad Aragon: dominio assoluto dal primo all’ultimo giro, con un margine rassicurante su tutti gli altri e la sensazione che potesse avere nel marsupio anche qualcosa in più. Alle sue spalle Pedrosa, bravo a fare il gioco di squadra a favore del compagno rubando punti a Lorenzo, terzo, e velocissimo da metà gara in poi dopo aver superato i problemi della sua Yamaha, ma ormai a 44 lunghezze dall'australiano, ormai imprendibile. Simoncelli butta via un possibile podio per un dritto, Rossi conclude 10°, dopo essere partito dai box.
la gara della motogp — Al via scatta bene Spies, che si invola davanti alle Honda Hrc, mentre le le prime curve sono fatali per Abraham, che cade violentemente e viene portato via a braccia e Dovizioso, che scivola nella sabbia. Compromessa pure la gara di De Puniet, al 100° GP in MotoGP, che va lungo per evitare Abraham. Il pilota ceco a fine gara viene portato in ospedale, ad Alcaniz, per essere sottoposto a una Tac alla testa, ma la situazione non pare grave. Bastano poche curve a Casey Stoner, però per portarsi al comando e fare il vuoto, anche in condizioni climatiche inattese, con freddo e vento. L’australiano corre da solo, Pedrosa, secondo, non riesce a impensierirlo e l’interesse è per le battaglie alle loro spalle. Simoncelli fa e disfa: bracca, aggancia e supera Spies e mentre sta respirando la salubre aria del podio, sbaglia la misura di una frenata e scivola al 5° posto, con le due Yamaha davanti. Da metà gara in poi Lorenzo è il pilota più veloce in pista, Stoner controlla senza strafare, Simoncelli risale al 4° posto e i brividi arrivano da una collisione Capirossi-Elias, con i due che picchiano per terra, ma si rialzano da soli, anche se Loris finisce la giornata in Clinica Mobile, con una spalla lussata e un leggero trauma cranico.
Rossi, partito dalla corsia box e 10” dopo lo spegnimento dei semafori, ha disputato una corsa aggressiva fino a pochi giri dal termine: quando ha dato la sensazione di poter andare a prendere il compagno Hayden, ha però subito il ritorno di Crutchlow e ha concluso con un 10° posto, più ricco di ombre che di luci: anche se i 12" di distacco da Spies, 5°, farebbero intuire che senza la complicazione della partenza dai box potesse chiudere non lontano dall'élite, il week end resta molto negativo. Il lavoro che attende Vale e la Ducati - con tutte le scelte che riguardano l'alluminio, il carbonio, il telaio portante o il perimetrale - appare sempre più gravoso.
[Fonte Gazzetta]