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    F.1: Cina, disastro Hamilton e vittoria a Kimi

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    Sette giorni per chiudere e riaprire un mondiale: dal diluvio del monte Fuji al tempo ballerino e variabile di Shanghai, da un campionato che sembrava oramai finito ad una gara totalmente imprevedibile dal primo all’ultimo giro, corsa in condizioni meteo tanto variabili da costringere le squadre a cambiare le proprie strategie quasi ad ogni giro e che, alla bandiera a scacchi, lascia in eredità un mondiale totalmente riaperto in vista dell’ultima gara.

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    Quello che sembrava quasi impossibile, nonostante sia Raikkonen che Alonso se lo augurassero da tempo, è successo: Hamilton fuori gara, per la prima volta quest’anno, e sopratutto zero punti conquistati, come era successo solo al Nurburgring. In una gara spaccata a metà dalle condizioni meteo, Hamilton parte e sembra fin da subito imprendibile: l’inglese si allontana, lascia sul posto tutti gli altri e nonostante un asfalto che lentamente si asciuga, non commette errori, spinge e si allontana dal gruppo. Più dietro, Raikkonen controlla una seconda posizione che è però inutile, così come altrettanto vana è la quarta piazza di Alonso, che dopo una iniziale fiammata non riesce a tenere il ritmo dei primi. Dietro di loro, le condizioni variabili restituiscono una gara eccitante, con cambi di posizione e spettacolari sorpassi ogni giro: i più attivi sono Nico Rosberg e Ralf Schumacher, che recuperano posizioni su posizioni e risalgono in classifica. Proprio il tedesco, però, si ritirerà per un testacoda innescato da un’improvviso scroscio d’acqua. Al trentunesimo giro, poi, il momento che riapre il mondiale: Lewis Hamilton, in testa fino a quel momento, vede improvvisamente ridursi il suo vantaggio su Raikkonen, secondo, in maniera consistente. Raggiunto dal finlandese, Hamilton dimostra evidenti difficoltà a rimanere in pista, e si fa prima sorpassare, poi raggiungere da Alonso, in terza posizione. Proprio davanti al compagno di squadra, Hamilton rientra ai box: la sua gomma posteriore sinistra, mai cambiata dall’inizio della gara, si è sfaldata a causa delle difficili condizioni dell’asfalto sempre in evoluzione. Nell’affrontare la secca curva a sinistra che immette nella pit-lane, Hamilton perde il controllo della sua McLaren, finendo a bassa velocità nella ghiaia e trovandosi costretto al ritiro. Il nastro d’asfalto dista forse meno di un metro, ma sembra irraggiungibile, e i commissari devono convincere l’inglese ad abbandonare la vettura dopo le ripetute richieste di una spinta da parte di Hamilton. In testa alla gara, dopo il ritiro di Hamilton, andrà Robert Kubica: il polacco, però durerà ben poco, visto che un problema di natura idraulica lo costringerà ad un mesto ritiro. In testa, quindi, tornerà Kimi Raikkonen, che legittimerà il buon passo di gara mostrato nelle libere con un’autorevole vittoria, proprio davanti a Fernando Alonso: i due, che avevano puntualmente chiuso appaiati tutte le sessioni di prove precedenti alla gara, hanno così tratto il massimo vantaggio possibile dal ritiro di Hamilton, riaprendo il mondiale. L’inglese, infatti, rimane fermo a 107 punti, ma vede sensibilmente ridotto il suo vantaggio: Alonso, infatti, si riavvicina fino a 103, con Raikkonen che sale a 100. La lotta a tre è quindi totalmente riaperta, e tutto si deciderà all’ultima gara della stagione, a San Paolo del Brasile, tra quindici giorni. Da non trascurare i risultati dei piloti arrivati ai piedi del podio: dopo le travagliate vicende dell’ultima settimana, arriva il momento del riscatto per Sebastian Vettel, che ha portato la Toro Rosso fino al quarto posto grazie anche ad una strategia ad una sosta sola e, nel finale, ad una guida accorta per consumare meno benzina possibile. Il giovanissimo pilota tedesco, quindi, può cancellare il brutto week-end del Fuji, quando tamponò il “cugino” Webber in regime di safety-car. Per la Toro Rosso è una giornata di festa, visto anche il sesto posto di Vitantonio Liuzzi: per la prima volta nella storia, due Toro Rosso arrivano a punti in una gara del mondiale. Tra i due Toro Rosso, la Honda di Jenson Button, quinto dopo una gara consistente e lontana dai guai. Ultimi classificati a punti, la BMW di Nick Heidfeld, settimo, e la Red Bull di David Coulthard ottavo. Subito fuori dai punti le Renault di Kovalainen e Fisichella, nono e undicesimo e costretti ad una gara sulla difensiva a causa dell’assetto da bagnato scelto dalla scuderia francese. Tra i due piloti Renault, la Red Bull di Mark Webber, che è apparso particolarmente arrabbiato col pilota Finlandese per la sua condotta di gara nel finale. Primo dei doppiati, in dodicesima posizione, Alex Wurz: l’austriaco ha chiuso davanti a Jarno Trulli, Sato, Barrichello, Rosberg e Yamamoto. Oltre ai già citati ritiri di Ralf Schumacher, Hamilton e Kubica, citiamo anche i ritiri di Anthony Davidson, fermo per un guasto meccanico, e di Adrian Sutil, finito violentemente contro il muro all’ultima curva della pista in contemporanea proprio con Ralf Schumacher, che poco più avanti del pilota Spyker è finito in testacoda in una via di fuga asfaltata spegnendo il motore della sua Toyota.

    [Fonte: RacingWorld.it]

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