Qui in Europa le maratone automobilistiche non riscuotono un grandissimo succeso fra il pubblico. Fa eccezione la classicissima di Le Mans, ovviamente, ma il senso dello spettacolo per i tifosi del vecchio continente non è lo stesso che per gli americani. Là la 24 Ore di Daytona è un grandissimo evento, e una gara come quella di quest'anno probabilemente spiega il perché. Mai banale, mai chiusa, decisa per pochi secondi dopo un giorno completo di gara. Incredibile.
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Protagonisti tre equipaggi di livello assoluto: La Lexus Riley #1 di Scott Pruett, Salvador Duran e Juan Pablo Montoya, la Pontiac Riley di Milka Duno, Patrick Carpentier, Darren Manning e Ryan Dalziel e la Pontiac Riley della SunTrust con a bordo Wayne Taylor, Jeff Gordon, Jan Magnussen e il nostro Max Angelelli. Nella prima metà giornata sembra che l'equipaggio di Montoya e company potesse aggiudicarsi la gara quasi facilmente, sfruttando i guai alla centralina della squadra di Angelelli. Stamattina la pioggia ha cambiato un po' le carte in tavola, e il turno di guida del danese Magnussen è stato fantastico per l'equipaggio della Sun Trust. Sfruttando a dovere una bandiera gialla la squadra è rientrata nel giro dei leader, sdoppiandosi, e mettendo pressione alla coppai di testa. A 2 ore dalla fine Montoya era sulla macchina in testa, Dalziel dietro ad un paio di secondi e il bolognese Angelelli terzo a 5". Finale davvero combattutissimo. L'equipaggio di Fabrizio Gollin ottavo a 13 giri, quello di Max Papis, ormai fuori gara sin dalle prime battute per un guasto, 22esimo a 50 giri. Tutto ritardo accumulato ieri. Ad una ora e mezzo dalla fine gli equipaggi cambiano pilota: la gara la completano Scott Pruett, Patrick Carpentier e Jan Magnussen. Il distacco - quando novanta minuti soli separano le auto dalla bandiera a scacchi - è rispettivamente di 6 e 23 secondi. Intanto Papis guida i suoi in 19esima posizione. Alla fine l'equipaggio di Montoya, Pruett e Duran controlla gli avversari e vince la 24 Ore. Per Angelelli tyerzo posto a due giri, con calo finale di Magnussen. Papis chiude 17esimo.
La classifica finale della 24 Ore
1 - Pruett-Duran-Montoya (Riley-Lexus) - Ganassi - 667 giri
2 - Duno-Carpentier-Manning-Dalziel (Riley-Pontiac) - Samax - 1'14"431
3 - Angelelli-Taylor-Gordon-Magnussen (Riley-Pontiac) - Suntrust - 665
4 - Haywood-France-Barbosa-Moreno (Riley-Porsche) - Brumos - 661
5 - Frisselle-Wilkins-Frisselle-Empringham (Riley-Lexus) - AIM - 656
6 - Festa-Enge-Montanari-Yasukawa-Szekeres (Riley-Pontiac) - Samax - 654
7 - Gollin-Gidley-Jourdain-Servia (Doran-Ford) - Doran - 654
8 - Morgan-Morgan-Bernhard-Zacharias (Riley-Porsche) - Truspeed - 635
9 - Finlay-Valiante-Labonte-McDowell (Crawford-Ford) - Finlay - 627
10 - Patterson-Negri-Castroneves-Hornish (Riley-Lexus) - Shank - 627
11 - De Quesada-Dumoulin-Gabel-Basseng (Porsche 997) - Alegra - 625
12 - Edwards-Collins-Pilgrim (Pontiac GXP) - Banner - 625
13 - Lowe-Pace-Van Overbeek-Kelleners (Porsche 997) - TRG - 624
14 - Haskell-Tremblay-Ham-Pobst (Mazda RX8) - Speedsource - 623
15 - Reese-Lewis-O'Connell (Pontiac GXP) - Banner - 623
16 - Nielsen-Quester-Martini-Peter (Porsche 997) - Tafel - 616
17 - Papis-Braun-Lehto (Riley-Pontiac) - Krohn - 614
18 - Long-Bergmeister-Dumas (Crawford-Porsche) - Alex Job - 614
19 - Assentato-Longhi-Segal-Plumb (Mazda RX8) - Speedsource - 611
20 - Lacey-Wilkins-Mowlem-Papadopoulos-Arnold (Porsche 997) - Doncaster - 610
[Fonte: SportAutoMoto.it]