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    Simracing e realtà: interviste a Lando Norris e Cem Bolukbasi

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    Sul Corriere dello Sport potete leggere una intervista fatta a Cem Bolukbasi, simdriver del Red Bull Esports Racing Team che corre nel mondiale di Formula 1 virtuale della F1 Esports Series, ma che ha anche fatto alcuni test con le monoposto della Formula 4 e della Formula 3 reali. Qual'è la differenza fra realtà e simulazione secondo Cem? Ecco la sua opinione:

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    Hai fatto vari test con le macchine della Formula 4 e della Formula 3. Ci puoi dare un commento sulla differenza tra il virtuale e il reale?

    È molto affascinante notare come i simulatori sono molto vicini alla realtà in questo momento. Quando ho fatto alcuni test con le macchine 2 anni fa, ho fatto molti giri col simulatore per abituarmi alla macchina e pensare che non ho mai guidato prima e questo mi ha dato un grande vantaggio. Decisamente non mi sembrava che fosse la prima volta a guidare su quella pista. D’altra parte, direi che la grande differenza è la sensazione di velocità e la G Force. Andare a 300 chilometri orari su un simulatore è molto diverso da andare con la stessa velocità in una monoposto. Ma non appena ci si abitua il distacco diventa quasi nullo.

    Cem Bolukbasi.jpg

    Vi ricordiamo poi, sul sito esport della Gazzetta, pubblicata qualche tempo fa, l'intervista fatta a Lando Norris, pilota ufficiale nel team McLaren Formula 1 e grande appassionato di simracing, tanto da essere parte del team RedLine insieme a Max Verstappen. La sua opinione sul simracing è quasi da lasciare a bocca aperta!

    Quote

    Gazzetta: Quanto ha influito l’essere un sim racer navigato nella sua carriera? E viceversa, quanto può influire l’esperienza in pista sulle performance al simulatore?

    Lando Norris: Non è una domanda banale, anche perché la risposta potrebbe cambiare col tempo. Se penso alla mia personalissima esperienza, credo che il Sim Racing sia stato fondamentale, più importante delle gare vere in pista, certamente più determinante rispetto alla mia recente esperienza in Formula 1. Le tecniche fondamentali di guida, quando avevo 13-14 anni, le ho imparate coi simulatori, e poi ho provato a sperimentare in pista quello che avevo imparato al PC. Quando sei molto giovane hai bisogno di imparare tanto, è molto più facile farlo con un simulatore perché puoi sperimentare senza rischio, puoi sbagliare molte volte e imparare così velocemente dai tuoi errori. Così cominci al computer, poi vai in pista e cerchi di capire se quello che hai imparato lì vale anche nella vita reale, ma poi in pista trovi altre difficoltà e per superarle provi a simularle al PC, e così via: è stato un continuo “andare e venire”, ho affinato il mio stile di guida, le mie tecniche di frenata alternando continuamente pista e PC, ma quest’ultimo è stato più determinante perché in pista il tempo è contingentato, non è tantissimo, mentre sul simulatore puoi provare ancora e ancora, senza limiti. Sono abbastanza sicuro che ci sono cose che ho imparato al simulatore che difficilmente avrei potuto imparare dal vivo.

     

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