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netKar poetico


Guest marcob77

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Guest marcob77

Grandissima la nuova versione di netKar , soprattutto per l'illuminazione... Girare a Laguna Seca e vedere il cruscotto della supra cambiare colore a seconda della posizione del sole mi ha fatto ricordare una poesia di Pascoli dei tempi del liceo.

La sera fiesolana

Fresche le mie parole ne la sera

ti sien come il fruscío che fan le foglie

del gelso ne la man di chi le coglie

silenzioso e ancor s'attarda a l'opra lenta

su l'alta scala che s'annera

contro il fusto che s'inargenta

con le sue rame spoglie

mentre la Luna è prossima a le soglie

cerule e par che innanzi a sé distenda un velo

ove il nostro sogno si giace

e par che la campagna già si senta

da lei sommersa nel notturno gelo

e da lei beva la sperata pace

senza vederla.

Laudata sii pel tuo viso di perla,

o Sera, e pè tuoi grandi umidi occhi ove si tace

l'acqua del cielo!

Dolci le mie parole ne la sera

ti sien come la pioggia che bruiva

tepida e fuggitiva,

commiato lacrimoso de la primavera,

su i gelsi e su gli olmi e su le viti

e su i pini dai novelli rosei diti

che giocano con l'aura che si perde,

e su 'l grano che non è biondo ancóra

e non è verde,

e su 'l fieno che già patì la falce

e trascolora,

e su gli olivi, su i fratelli olivi

che fan di santità pallidi i clivi

e sorridenti.

Laudata sii per le tue vesti aulenti,

o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce

il fien che odora!

Io ti dirò verso quali reami

d'amor ci chiami il fiume, le cui fonti

eterne e l'ombra de gli antichi rami

parlano nel mistero sacro dei monti;

e ti dirò per qual segreto

le colline su i limpidi orizzonti

s'incúrvino come labbra che un divieto

chiuda, e perché la volontà di dire

le faccia belle

oltre ogni uman desire

e nel silenzio lor sempre novelle

consolatrici, sì che pare

che ogni sera l'anima le possa amare

d'amor più forte.

Laudata sii per la tua pura morte

o Sera, e per l'attesa che in te fa palpitare

le prime stelle!

(Capponcina di Settignano, 17 giugno 1899)

BEATITUDINE

"Color di perla quasi informa, quale

conviene a donna aver, non fuor misura".

Non è, Dante, tua donna che in figura

della rorida Sera a noi discende?

Non è non è dal ciel Betarice

discesa in terra a noi

bagnata il viso di pianto d'amore?

Ella col lacrimar degli occhi suoi

tocca tutte le spiche

a una a una e cangia lor colore.

Stanno come persone

inginocchiate elle dinanzi a lei,

a capo chino, umíli; e par si bei

ciascuna del martiro che l'attende.

Vince il silenzio i movimenti umani.

Nell'aerea chiostra

dei poggi l'Arno pallido s'inciela.

Ascosa la Città di sé non mostra

se non due steli alzati,

torre d'imperio e torre di preghiera,

a noi dolce com'era

al cittadin suo prima dell'esiglio

quand'ei tenendo nella mano un giglio

chinava il viso tra le rosse bende.

Color di perla per ovunque spazia

e il ciel tanto è vicino

che ogni pensier vi nasce come un'ala.

La terra sciolta s'è nell'infinito

sorriso che la sazia,

e da noi lentamente s'allontana

mentre l'Angelo chiama

e dice:"Sire, nel mondo si vede

meraviglia nell'atto, che procede

da un'anima, che fin quassù risplende".

(Romena, 28 luglio 1902)

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